Luigi, 33 anni, magazziniere
Decisi di seguire la Tecnica Alexander a causa di un mal di schiena che da diversi anni mi perseguitava. Al primo incontro ero molto scettico. Mi chiedevo infatti come si potesse pensare di curare con una tecnica chiamata del ”non fare” (termine coniato da Alexander), soprattutto per un bresciano, che ha nel suo DNA “il fare”. Quella prima volta concordai dieci lezioni in modo che se non fossi stato soddisfatto avrei potuto smettere.
Beh, sono ormai trascorsi più di due anni e lo scetticismo è svanito. Sono andato ben oltre le dieci sedute. Da quando seguo la Tecnica Alexander ho reimparato a percepire il mio corpo come un insieme armonico di strumenti che suonano all’unisono ma ognuno con le sue singolari caratteristiche. La sensazione migliore che posso narrare è di quando, nel salire le scale, ad un certo punto mi sembrava di salire in alto, quasi di volare: avevo infatti acquisito una piacevole leggerezza corporea.
Nella vita di tutti i giorni non sempre riesco a vivere l’emozione di camminare sciolto, o riscoprire ogni volta il gusto di sedermi nel modo “corretto”; non sempre riesco ad abbandonare le posture sbagliate per così aver più agio ed essere più libero da blocchi fisici. Però sono uno “studente” e sto pian piano imparando. La Tecnica Alexander non solo mi ha tolto il mal di schiena, ma ha soprattutto suscitato in me il desiderio di migliorare il modo di “vivere” il mio corpo.