Oggi è un giorno importante!
Tre anni fa tre persone decidevano di investire le loro energia in un percorso di formazione che li avrebbe portati a diventare insegnanti di Tecnica Alexander. Io mi ero assunto il compito di guidarli. Per quanto avessi pianificato con cura la progressione delle attività formative non potevo immaginare la ricchezza di questa esperienza. Lavorare sulla consapevolezza corporea smuove abitudini, fa vacillare preconcetti, apre a nuove interpretazioni dell’esperienza umana. Quattro mattine alla settimana, per tre anni, Tea, Marco e Diego, hanno condiviso con me i loro pensieri, le loro tensioni muscolari, i rilasciamenti, le resistenze, i cambiamenti nella postura, nei movimenti e nella respirazione, diventando via via più coscienti di quello che Alexander chiamava “l’uso di sé”. Ed è questo lo strumento che ora hanno a disposizione per proseguire il loro cammino personale e professionale.
Oggi abbiamo tre nuovi insegnanti di Tecnica Alexander. Considerando che in provincia di Brescia ero da solo, siamo passati da uno a quattro. Niente male! Ma c’è posto per molti altri. C’è così tanto bisogno di Tecnica Alexander qui da noi che le persone nemmeno se lo immaginano. Basta guardare quanti soffrono di mal di schiena. Chi ne soffre pensa che sia un problema da risolvere, non è così? Ma per noi è solo il sintomo di quello che potrebbe essere il vero problema, la possibile causa, che forse, molto probabilmente, sta nel modo in cui si usa il proprio corpo. L’insegnante di Tecnica Alexander è un esperto d’uso: individua gli errori che fai inconsciamente e ti insegna a rimediare cambiando abitudine. Semplice! Ma soprattutto efficace!!!
In questi tre anni ho condiviso con i miei studenti tutto quello che ho imparato dai miei insegnanti, ma ho imparato tanto anche da loro. Quando c’è attenzione, ascolto senza giudizio, disponibilità al cambiamento, si creano le condizioni per la trasformazione personale. E immagino di essere stato coinvolto io stesso in questo processo. Loro si sono fidati di me e io di loro. Insieme ci siamo fidati della Tecnica Alexander, ed ora non siamo più gli stessi di prima. Anziché cercare risposte abbiamo imparato a porci domande utili, ad esplorare le nostre reazioni psicofisiche, a portare pazienza. Abbiamo imparato a rispettare le difficoltà di ognuno, a sostenerci, ma anche a riconoscere l’intima responsabilità che risiede in ciascuno di noi. Spesso le persone non capiscono cosa facciamo a scuola. Ora forse è più chiaro cosa significa diventare insegnanti di Tecnica Alexander.
Tea, Marco e Diego sono pronti. In bocca al lupo!
Paolo Frigoli
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